Il rimorso è un grande nemico. Per tutti. Un grande distrattore, un abile insinuatore di dubbi e incertezze. Ciò che produce il senso di colpa. Ma come si può affrontare un rimorso?
Per definizione, il rimorso è un’emozione provata da chi ritiene aver compiuto azioni o comportamenti contrari al proprio codice morale; per sintetizzare: è qualcosa che ci crea sofferenza, paranoie, pensieri negativi, facendoci sprecare molte più energie di quelle che possiamo immaginare.
Ma, così come si è generato, vi assicuro che può anche sparire. Ne parlo in prima persona perché, come voi, come te che leggi probabilmente, anche io l’ho sperimentato. Più volte.
Il rimorso abbatte le nostre energie poiché si riferisce a qualcosa che appartiene al passato e che non può, per forza di cose, essere cambiato — il passato è un tempo morto, che non esiste più, sul quale è impossibile agire.

PERCHÉ IL RIMORSO GENERA COSÌ TANTA SOFFERENZA?
La sofferenza generata dal rimorso è dovuta innanzitutto al fatto che esso si riferisce ad un qualcosa che non può essere modificato nell’ora, nel qui; nel presente. Ci sembra impossibile affrontare il rimorso. Vorremmo poter cancellare quel gesto, quella azione, quel comportamento… ma semplicemente non possiamo.
Ci rendiamo conto in una sola frazione di secondo che la vita va avanti, “indietro non si può tornare” e tutto scorre comunque. Tranne ciò che ci sta rimordendo.
Quando proviamo un rimorso, il passato sta banchettando lieto, contento, con la nostra mente. E noi, incapaci di distogliere da lui l’attenzione, ci serviamo ad esso come pasto, come portata principale.
Nella vita di un essere un essere umano agire è fondamentale: compiendo azioni, viviamo tutta la nostra vita. Anche quando siamo immobili, magari sul divano a guardarci un film, una serie-tv, stiamo agendo. La vita è azione. L’inazione genera sofferenza, ecco perché il rimorso produce dolore: ci parla di qualcosa su cui non possiamo agire e che non possiamo, di fatto, risolvere nella concretezza dei fatti.
E allora? Come affrontare un rimorso? Come non farci annientare?
PRIMO PASSO: ANALIZZARE LA SITUAZIONE
Quando sei in preda ad un rimorso, innanzitutto, analizza la situazione in maniera fredda e lucida, ponendoti alcune domande: da cosa è stato generato quel comportamento? Quanti anni avevi? In che contesto hai agito? Perché/A quale scopo? Qualcuno ti ha spinto nel tuo agire? Se la risposta è si, qual è la natura di questa persona?
Come primo passo, sono queste le domande a cui dare una risposta. Puoi farlo insieme a qualcuno di cui ti fidi (a volte condividere con una persona esterna a noi può essere utile per avere un punto di vista più lucido e freddo sulla questione), oppure semplicemente da solo/a con te stesso/a.
Ricorda! I tuoi vissuti sono solamente tuoi, perciò, tieni stretta la libertà e la scelta di volerli o meno condividere. A volte, capita di sentirci in dovere verso qualcuno (magari un partner o una persona a noi molto vicina) nel doverci per forza mettere a nudo, anche rispetto ad eventi che non vorremmo più ricordare. Questa, è una falsa credenza: le persone che provano un affetto sincero nei nostri confronti, non vorrebbero mai e poi mai che provassimo dolore.
Vorrei rassicurarti e rassicurarvi dicendo che tutte le risposte date a quelle domande non saranno giustificazioni ma solamente una “semplice” e pura analisi dei fatti; analizzare ci aiuta a mettere ordine nella nostra mente, un ordine che placa già di per sé preoccupazioni, angosce e sofferenze.
Quando proviamo un rimorso, dobbiamo ricordarci che la vita, per quanto ci risulti in apparenza sempre troppo breve e veloce, è in realtà troppo lunga per essere sempre esente da eventuali “deviazioni” (purché non ledano alla vita altrui); è per questo che diventa fondamentale non essere mai troppo severi con se stessi.
SECONDO PASSO: FOCALIZZARSI SUL PRESENTE

Il secondo passo per affrontare un rimorso, dopo aver analizzato il passato che lo causa, è focalizzarsi sul presente, rispondendo ora ad altre domande: che cosa puoi fare per essere oggi, migliore di come sei stato/a in quella occasione? Come puoi onorare te stesso/a e quel codice morale che senti di aver tradito?
Fai una lista. Prendi carta e penna, oppure in digitale…ma scrivi. Scrivere può aiutare ad osservare concretamente, nero su bianco, quante e quali sono le possibilità che si hanno di prendere in mano il presente senza permettere che il passato ancora una volta “rimorda”.
Ricordiamolo ancora una volta! Il passato è un tempo morto, qualcosa che non esiste più.
IL TEMPO SCORRE SEMPRE IN AVANTI, IL RIMORSO NON SERVE
È utile ripetersi questa frase: il rimorso non serve. Il tempo scorrerà per sempre in avanti, non è un fenomeno reversibile. Dunque, ciò che è stato prima non può essere cambiato; sul presente però, possiamo agire. Il consiglio migliore che sento di dare, che ha aiutato anche me in varie situazioni, è quello di non orientare la propria vita in una direzione chiusa, finita, rimanendo ancorati come un chiodo alle mura del passato. No.
Bisogna fare uno slancio in avanti, focalizzarsi sul presente, prendendo in mano le redini dell’ora che possiamo controllare, rimanendo noi padroni della nostra vita, senza lasciare le redini in mano ai rimorsi.
È vero, indietro non si torna. Ma avanti si va, la vita scorre, la corrente scorre e noi non possiamo fermarla. Passano gli anni, passano i momenti e non possiamo permetterci di sprecarli.
Poniti questa domanda, per concludere, che risulta essere quella principale: ha davvero senso sprecare così il mio tempo e la mia energia mentale?