La solitudine è una condizione che ci accomuna tutti, anche quando soli, apparentemente, non lo siamo.
Nonostante ci siano milioni di mezzi per connetterci e sentirci più vicini anche a persone distanti chilometri e chilometri da noi, non è raro sentirsi soli, anzi. Paradossalmente, la solitudine è un sentimento che negli ultimi anni si è ben radicato, soprattutto dopo una pandemia che ci ha costretti tra le mura di casa per mesi.
Personalmente, credo che nella vita la solitudine sia una costante. Detto da me, mi rendo conto che potrebbe sembrare strano; chi mi legge da un po’ sa perfettamente che vivo una relazione stabile e ho la fortuna di avere una famiglia piuttosto presente.
Eppure è così! Siamo tutti soli; ciò però, non significa che la solitudine non abbia, nelle nostre vite, un valore.
SENTIRSI SOLI ANCHE QUANDO NON SI È SOLI
Siamo soli anche quando non siamo soli; per comprendere questa condizione, basta che ti fermi un attimo a riflettere su tutte le volte che hai pensato “mi sento solo/a” nonostante avessi intorno, fisicamente, altre persone.
Questo succede poiché, in realtà, le persone che abbiamo intorno, nella nostra solitudine possono solamente farci compagnia. Husserl, un filosofo del novecento (che io, devo dir la verità, amo particolarmente), esprime questo pensiero alla perfezione; è a lui che si ispira il discorso che leggerai tra poco.
Come esseri umani, siamo tutti separati l’uno dall’altro. Per farla semplice: io ho il mio corpo, la mia mente, le mie emozioni, il mio spazio, i miei vissuti. Tu, a tua volta, la stessa identica cosa. Può sembrare ad un certo punto che questi elementi si fondano assieme (ad esempio in una relazione, quando si crea un certo grado di intimità con l’altro/a – amore, amicizia, genitori/figli) ma…è solo un’impressione!
Questa è una grande consapevolezza: siamo soli anche quando incontriamo qualcuno che non ci fa percepire tale condizione.
La vita è un’esperienza solitaria
Ognuno di noi è un mondo a sé stante; per quanto ci sforziamo di voler entrare nel vissuto di un’altra persona, non possiamo mai farlo al 100%.
Grazie all’empatia e al fatto che, come esseri umani, ogni emozione/sentimento/sensazione che proviamo ha lo stesso nome ed è simile a quella provata da altri, riusciamo ad immedesimarci e a comprendere lo stato d’animo altrui. Non possiamo però sentire davvero fino in fondo ciò che sente l’altro; entrare totalmente nel suo corpo, nella sua mente, è impossibile. Io non posso diventare te e tu, a tua volta, non puoi diventare me.
In questa solitudine che chiamerei “esistenziale”, riusciamo a farci compagnia in condividendo esperienze, emozioni, legami, sentimenti…ma il viaggio della vita è un’esperienza solitaria. Nasciamo soli, moriamo soli.
Questo però, non deve angosciarti…ANZI!
A tal proposito, ti consiglio di leggere il libro di Gianluca Gotto “Le coordinate della felicità” (QUI ne ho fatto una piccola recensione); su quest’ultimo concetto, è stato davvero illuminante.
…La solitudine deve essere il punto di partenza.

LA SOLITUDINE È UN LIMITE?
Diciamoci la verità: la maggior parte di noi vorrebbe vedersi inserito/a in una rete di relazioni stabili (amore, amicizia, famiglia, eccetera). Ed è una cosa naturale. Nel momento in cui questo non si realizza del tutto, oltre a percepire un senso di solitudine, ci sentiamo come svuotati, come se non avessimo nessuno su cui contare…dimenticando noi stessi.
Esatto! NOI STESSI.
La solitudine viene quasi sempre percepita come un limite, qualcosa che ci classifica come inesistenti…sarò sincera: io ho iniziato ad essere felice quando ho accettato la mia solitudine.
Certo, ho un compagno e una famiglia. Ma ci sono stati periodi della mia vita in cui non era così. E, paradossalmente, tutto dentro di me si è risolto quando mi sono detta: “ok, sei sola, ma TU esisti. Viaggia per la tua strada e costruisci te stessa, perché un’altra possibilità di vivere non ti capiterà” (almeno, per ciò che ne sappiamo, senza voler offendere il credo di nessuno).
Di primo impatto può sembrare una esasperata affermazione iper-positiva; per quanto mi riguarda, è solo una consapevolezza di quella che è la realtà.
IL VALORE NASCOSTO DELLA SOLITUDINE
È importante evitare che la solitudine si trasformi in depressione; il punto di partenza è questo: non puoi ASSOLUTAMENTE (e, sottolineo quanto più possibile questa parola) vivere nell’illusione che siano le relazioni con gli altri a identificarti o a decidere chi/che cosa sei. Le persone che abbiamo intorno possono rimanere con noi fino alla fine o essere di passaggio; la tua vita non può dipendere da questo caos altalenante.
Fin che puoi, è giusto che tu condivida il tuo cammino fianco a fianco ad altre persone. Ma, se per varie ragioni non hai questa possibilità, ricordati di avere una persona che ti farà davvero compagnia fino alla fine: TE STESSO/A.
Quindi, espanditi. Fai le tue conquiste. Lavora, costruisci il mondo per te stesso/a.
Non hai una relazione? Non importa.
Non hai amici? Non importa.
Non hai nessuno che ti appoggia? Non importa.
Può far male, certo! Lascia che questo dolore, in un primo momento, ti attraversi e poi, successivamente, trai da lui la forza di rialzarti e abbracciarTI.
Non sottovalutarti. Non sentirti dipendente. Puoi conquistare e girare il mondo sulle tue gambe; quelle che fino alla fine ti reggeranno in piedi.
