“Mi sento diverso/a dagli altri”, quante volte ti è capitato di pensarlo? Può succedere spesso di sentirsi diversi e inadeguati rispetto alle persone che si hanno intorno.
Ci si interroga allora su cosa sia la normalità: “perché se a tutti piace una determinata cosa, a me non piace? Forse sono una persona sbagliata? Perché i miei comportamenti non sono normali come quelli di tutti gli altri? Cosa posso fare per non essere diverso/a e diventare normale?”
OMOLOGARSI ALLA MASSA PER RINCORRERE LA NORMALITÀ
Avere atteggiamenti, obiettivi, interessi, sogni, sentimenti, modi di vivere differenti dalla massa, non significa essere diversi o “non normali”… piuttosto, fa di te una persona dotata di una sua unicità propria, da coltivare, valorizzare; da non sminuire per omologarsi a ciò che viene ritenuto normale dalla massa.
Cerchiamo di somigliare all’altro soprattutto quando vediamo questa persona più capace, rispetto a noi, di costruire relazioni (di vario tipo), oppure più capace di adattarsi in vari contesti e situazioni sociali.
Proviamo un forte bisogno di identificarci con gli altri per sentirci riconosciuti, accolti… con addosso l’illusione che soffocando ciò che davvero ci rappresenta saremo così accettati: non esclusi.
Immagina di trovarti con quel gruppo di amici, colleghi e/o familiari, immersi e appassionati dentro a quei discorsi, e atteggiamenti, che a te sono del tutto estranei, ma che senti in dovere di imitare per omologarti e non provare un senso di esclusione.

Ti fa stare davvero bene zittire te stesso/a?
CHE COSA SIGNIFICA “ESSERE NORMALE”?
Quando parliamo di normalità, dobbiamo farlo con la consapevolezza che “essere normale” significa tutto e allo stesso tempo non significa nulla.
Prova a dare una definizione di normalità: probabilmente qualcosa ti viene in mente.
Eppure, dare una spiegazione oggettiva di questo termine non è possibile. L’esistenza, di ognuno di noi, non segue per forza un percorso lineare come vorrebbero i canoni sociali comuni, con percorsi e dogmi prestabiliti, calati dall’alto. Ogni vita è a se; ogni persona è a se.
C’è chi ambisce ad esempio alla carriera; qualcun altro a crearsi una famiglia; altri aspirano a viaggiare; un’altra persona potrebbe puntare invece a rimanere in un solo posto per tutta la vita senza mai spostarsi. E tanti altri, tanto altro, in altrettanti modi. Sembra uno scioglilingua lo so! Ma… Chi sta sbagliando tra di loro? Chi è normale? Chi è diverso? Chi è quello strano o quella strana?
IL CONFINE TRA NORMALITÀ E DIVERSITÀ NON ESISTE
Ti è mai capitato di parlare da solo/a? Quasi certamente, mi viene da dire si. È una cosa comune, che facciamo tutti.
Immagina ora di passeggiare per strada. Senti e vedi una persona parlare da sola, ad alta voce, non curante dei passanti… che cosa pensi? Immediatamente, senza volerlo, percepisci il suo atteggiamento come piuttosto bizzarro (avremmo tutti questa percezione, è normale).
Quante volte però, quando siamo da soli, a casa nostra, parliamo ad alta voce come se avessimo davanti un interlocutore? E quanto ci aiuta a riordinare le idee? Quanto si presta ad essere, questo comportamento, una valvola di sfogo per i nostri pensieri? Cambia solo il contesto, ma non abbiamo fatto nulla di diverso da quella persona incontrata per strada giudicata strana.
L’errore che alcune persone fanno è quello di giudicare in maniera superficiale ciò che ritengono strano, non conforme al loro modo di vivere la vita. Bisognerebbe imparare ad osservare la realtà da diversi punti di vista; ovviamente questo non significa normalizzare comportamenti negativi o tossici poiché “fuori dagli schemi” e dunque “diversi ma ugualmente normali”. Vuol dire, anzi, avere un diverso sguardo su quegli atteggiamenti che non nuocciono a nessuno ma che, a volte, ci fanno sentire strani, isolati, alienati dalla massa.
La realtà è che non dovresti permettere al giudizio altrui di farti sentire diverso/a e sbagliato/a; soprattutto chi non è disposto a vestire i tuoi panni e ti giudica superficialmente.
Ricorda, il confine tra normalità e diversità non esiste.

QUANDO DIVERSITÀ COINCIDE CON GENIALITÀ: LA STORIA DI UN FILOSOFO
Voglio raccontarti la storia di Democrito, un antico filosofo al quale successe qualcosa di particolare.
Democrito viveva la sua vita in solitudine, ritirato, con un atteggiamento perenne di scherno nei confronti della società. Si racconta che un giorno i suoi concittadini, chiesero ad un medico molto famoso, Ippocrate, di andare a visitarlo, convinti che fosse sicuramente un folle bisognoso d’aiuto.
Quando Ippocrate giunse alla sua abitazione, però, trovò tutt’altro che un malato! Solo un uomo, definito folle perché, frustrato dalla società superficiale in cui viveva, preferiva vivere lontano da essa, deridendone i meccanismi e scegliendo consapevolmente di ritirarsi in solitudine, per dedicarsi completamente alla filosofia. Capito questo, il medico dichiarò che Democrito non era per niente un folle, ma bensì addirittura un genio, un saggio, che aveva deciso di dedicare la sua vita ad un’arte nobile.
Al di là del fatto che l’atteggiamento di Democrito fosse giusto o sbagliato, non sta a noi dare un giudizio, è certo che non stava nuocendo a nessuno. Era solo un uomo definito matto, dal parere comune, dopo aver compiuto alcune scelte non comprese dai suoi concittadini.
Una verità che molti fraintendono e che pochi accettano ed assimilano davvero è questa: nessuno di noi è del tutto normale, posto il caso che la normalità esista. Perciò, non sentirti isolato/a se pensi di essere anche tu un pochino “folle”; infondo, siamo tutti un po’ Democrito. Non sei davvero solo/a.
LA NORMALITÀ NON ESISTE, SVILUPPA LA TUA LEGITTIMA STRANEZZA
Ogni giorno ci troviamo davanti ad idee diffuse, giudizi, pregiudizi, opinioni su ciò che accade a noi e intorno a noi.
Ecco, metti tra parentesi tutto quanto. A differenza di chi vive inseguendo una normalità che non esiste, definendo il suo modo di vivere come l’unico possibile, “normale”, “conforme”, tu… insegui la tua unicità.
Mettere tra parentesi il giudizio altrui e avere il coraggio di onorare ciò che si è, significa rinnovarsi di continuo, senza dover frapporre tra sé e il mondo il filtro di ideologie, credenze e convinzioni su come la vita dovrebbe essere.
Cerca di spogliarti del pensiero comune; non permettere che informazioni, percezioni errate, pareri, opinioni o giudizi, contaminino il tuo rapporto con le cose, con il mondo e soprattutto con te stesso/a.
E’ possibile che a volte ti sentirai un pesce fuor d’acqua; e va bene così. Saprai però, di aver agito con tutto il tuo essere, in maniera autentica.
Come diceva M. Foucault: «Sviluppate la vostra legittima stranezza».
